di Federico Diletti – Sembra che l’hobby preferito dai consorziati di Porto Rotondo sia quello di lamentarsi. Di tutto!
Il parcheggio non si trova e quando sei fortunato è troppo costoso, la viabilità non ne parliamo, l’acqua è troppo cara, le spiagge sono sporche e molto affollate (sembra di essere a Rimini).
E che dire del vicino che ampliando, secondo lui “in regola”, il bilocale facendolo diventare un cinque stanze con altrettanti bagni, terrazzo e solarium inclusi, impedisce la vista a mare di quello che abita dietro!
Ad ogni estate le rimostranze si ripetono più o meno sugli stessi argomenti, quasi con le medesime parole, perpetuando un rito scontato, forse nel tentativo di scaricare la propria frustrazione.
Tutti hanno la ricetta pronta per risolvere i problemi, manifestando con assoluta sicurezza, le soluzioni tecniche, giuridiche, organizzative, insomma dei veri e propri “tuttologi.”
Spesso il “colpevole” delle lamentele è il Consorzio. Questo Ente “imposto” dall’acquisto di un appartamento o di una villa che, come una sanguisuga, chiede molti soldi, eroga servizi scadenti e, se non incassa, stacca la condotta dell’acqua. Un disastro!
Intendiamoci: lamentarsi è un diritto, ma non sempre è fondato.
A molti di voi sarà capitato di vedere fuori dai box della raccolta rifiuti sacchetti abbandonati, bottiglie d’acqua vuote o piene. Io stesso, pochi giorni fa, ho visto un ventilatore e parti di una lavastoviglie.
Mi è capitato anche di vedere nel tardo pomeriggio un signore che faceva fare la pipì a suo figlio dentro la darsena del porto! Mi sono permesso di segnalargli che a Porto Rotondo sono già stati costruiti i bagni, ma ho ricevuto per risposta solo uno sguardo di stupore!
Forse dovremmo interrogarci sui nostri comportamenti e pensare che tutto ciò che ci circonda ci appartiene. Acquistando un appartamento o una villa siamo diventati tutti, “pro quota”, proprietari di un pezzetto del Comprensorio di Porto Rotondo e tutti, nessuno escluso, hanno il dovere di preservarlo, non solo il diritto di lamentarsi!
Penso poi che per fare ciò occorra conoscere dati di fatto, la realtà delle cose, e non argomenti o numeri per sentito dire e ripetuti da altri che, semplicisticamente, individuano nel Consorzio il “colpevole”. Spesso si alimentano “leggende metropolitane” che nulla hanno di fondato e, soprattutto, non sono riconducibili al Consorzio.
Ma vi è di più. Bisogna che cominciamo a comprendere chiaramente che il Consorzio siamo tutti noi consorziati e, se non ci piace o non fa quello che deve, sta a noi provvedere. Come?
Ad esempio non disertando le assemblee, specie quella straordinaria che alla fine di luglio era indetta per l’approvazione delle modifiche statutarie, dove il mancato raggiungimento del “quorum” ha impedito che ciò avvenisse.
Già, lo Statuto. Molti consorziati ignorano che le regole che governano il territorio di Porto Rotondo sono contenute nello Statuto. Questo è il punto di riferimento normativo principale e le modifiche che la Commissione preposta ha elaborato rappresentano il fondamento del cambiamento che molti di voi auspicano e sono anche una risposta concreta a molte delle vostre lamentele.
Facciamo in modo che, accanto a comportamenti più corretti e rispettosi dell’ambiente che abbiamo scelto per le nostre vacanze, assumiamo la consapevolezza di partecipare attivamente alla vita del Consorzio.
Finita l’estate non dobbiamo tornare “in continente” dimenticandoci di Porto Rotondo, perché in tal modo commetteremmo un grave errore verso noi stessi.
Contribuiamo ad approvare il nuovo Statuto nel nostro interesse di consorziati.