di Mario V. Corrias – Quando abbiamo lanciato il nostro appello “Salviamo il mare della Gallura” contro l’invasione da plastica, circa tre mesi fa, non ci aspettavamo una risposta tanto pronta da parte sia delle Amministrazioni Comunali sia delle Associazioni (includendo fra esse tutti i gruppi che si sono spontaneamente formati e ad esse, in molti casi, appoggiati). Vale la pena ricordare che il nostro appello è stato amplificato dallo sfortunato sacrificio del capodoglio spiaggiato a Cala Romantica.
Come abbiamo già avuto occasione di riferire, è stato il Comune di San Teodoro a emettere per primo un’ordinanza, seguito subito dal Comune di Loiri-Porto San Paolo, da Arzachena e dai Comuni dell’Alta Gallura con, in testa, Aggius; e ancora, Badesi e Trinità d’Agultu. Più di recente, Olbia e infine Golfo Aranci.
Sono in ritardo – ma siamo convinti che anche loro non mancheranno – i Comuni costieri di Budoni e Palau, mentre i Comuni di Santa Teresa di Gallura e della Maddalena pare che “continuino a studiare la cosa” ma assicurano un’emissione delle ordinanze entro maggio.
Sulla costa sud, Gian Luigi Farris – sindaco del Comune di Siniscola – ha emesso un’ordinanza molto puntuale e attenta nel prevenire situazioni a rischio (vedi il lancio di coriandoli di plastica, episodio già riscontrato anche ad Arzachena nel corso dell’ultimo carnevale).
Per la sua chiarezza merita di essere riportata una parte di questa ordinanza:
“I commercianti sia a posto fisso sia ruolo d’itinerante, i privati, le associazioni e gli enti in occasione di mercatini, feste pubbliche (festeggiamenti carnevaleschi, matrimoni, ecc.) non potranno:
- vendere, distribuire e lanciare coriandoli sintetici o petali in plastica;
- vendere, distribuire, utilizzare e abbandonare i palloncini in gomma riempiti con gas più leggeri dell’aria senza l’apposizione di un oggetto di peso per contrastarne le capacità di sollevamento;
- gli istituti scolastici di ogni ordine e grado presenti nel Comune di Siniscola, in collaborazione con gli uffici comunali Ambiente e Pubblica istruzione, dovranno organizzarsi per eliminare progressivamente l’utilizzo della plastica usa e getta e dovranno rendere consapevoli gli studenti sul forte impatto ambientale dovuto alla produzione di rifiuti.”
A proposito di quest’ultimo richiamo rivolto agli istituti scolastici, vorremmo ricordare che l’Associazione Marevivo ha lanciato l’appello “Basta all’uso della plastica monouso nelle scuole” e ha organizzato una campagna rivolta a tutti gli istituti d’Italia per fermare l’inquinamento. E’ stato elaborato un vademecum (è sufficiente collegarsi al sito Internet di Marevivo per consultarlo) mirato a ricordare cosa va evitato (bottiglie di plastica, contenitori usa e getta, buste della spesa non biodegradabili, cannucce e stoviglie usa e getta) e cosa si deve usare per essere “plastic free” (borracce in alluminio o acciaio, contenitori riutilizzabili, borsa in tela, cannucce e stoviglie riutilizzabili).
Un primo esempio d’intelligente e concreta applicazione delle disposizioni ci viene dall’Associazione San Pantaleo (comitato della festa) la quale ha organizzato per il 25 Aprile una passeggiata tra le montagne della località, con meta la chiesa campestre di Santa Chiara. Un appuntamento ormai tradizionale questo della passeggiata ecologica, che quest’anno è stato definito ancora più “eco”, essendo il primo di tanti eventi “plastic free” previsti sul territorio.
Meritevole di citazione e suggerimento per chi si appresta ad organizzare manifestazioni o sagre, è quanto l’Associazione San Pantaleo ha indicato nella presentazione della sua manifestazione:
“Saranno utilizzati bicchieri, posate e piatti in plastica PLA (plastica biodegradabile e compostabile), legno e carta. I partecipanti sono invitati a portare la propria borraccia, che verrà riempita sul posto.”
Emettere le ordinanze è il primo, indispensabile passo che le Amministrazioni comunali devono compiere e molte l’hanno già fatto. Ma è proprio ora, nel passaggio al piano concreto, che si potranno verificare la forza e la determinazione che hanno motivato queste Amministrazioni. Queste dovranno muoversi necessariamente su due diversi piani:
- comunicare e far rispettare le disposizioni adottate;
- svolgere una seria opera di sensibilizzazione, sollecitando organizzazioni e imprenditori a farsi parte attiva, facilitando e sostenendo le iniziative delle associazioni (per esempio, con l’indispensabile prelievo dei rifiuti raccolti nella pulizia di una spiaggia) e, soprattutto, semplificando l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per qualunque manifestazione.
A proposito di applicazione delle disposizioni adottate, va notato come in alcune ordinanze comunali si faccia riferimento non solo a Carabinieri, Polizia locale eccetera, ma anche alle Compagnie Barracellari: queste compagnie – che hanno come compito primario il controllo del territorio extraurbano (comprese le spiagge) – hanno anche il potere sanzionatorio, ovvero la possibilità di “emettere contravvenzione”. E quanto questo impiego possa essere utile è evidenziato dal fatto che, soprattutto in alta stagione, i Vigili Urbani non sono sufficienti.
Alle associazioni suggeriamo caldamente di prendere sempre contatto con il Comune di riferimento per dar vita alle loro manifestazioni: è importante cooperare, offrendo o accettando la collaborazione di chi è disponibile. Si potrà avere l’impressione di spersonalizzare l’azione, ma ci sembra utile ricordare che “da soli a volte si va più veloci ma assieme si va più lontano”.