
di Redazione – Un anno fa, lanciavamo l’appello SALVIAMO IL MARE DI GALLURA che, come abbiamo già avuto occasione di dire, ha nel complesso portato dei buoni risultati con una risposta (anche da parte degli Enti pubblici) apprezzabilmente positiva.
Sono state messe in atto diverse operazioni di “pulizia delle spiagge” che hanno riscosso un rilevante consenso dei cittadini e una partecipazione incoraggianti che fanno ben sperare per il futuro.
Qualcuno ha definito queste manifestazioni come “delle vetrine ideate solo per cavalcare l’onda della moda”, riducendole quindi ad episodi formali, lontani nella realtà da una duratura e sostanziale convinzione ecologista. La conferma o la smentita arriverà solo da quanto sarà fatto nei prossimi mesi ed, ovviamente, nel resto dell’anno. Staremo a vedere chi inserirà nel calendario delle manifestazioni per il 2020 nuove iniziative e, soprattutto, che cosa deciderà di fare. Nel frattempo, le disposizioni di legge si sono moltiplicate e perfezionate e oggi non è più possibile giustificarsi adducendo una presunta mancanza di riferimenti operativi concreti.
Non possiamo fare a meno di rilevare che, nell’anno passato, la risposta più completa e pronta è venuta dai Comuni costieri. Molto meno hanno fatto i Comuni dell’interno: la produzione di rifiuti di plastica da parte di queste località non è affatto trascurabile, se solo si pensa da un lato al numero di sagre che ivi hanno luogo ogni anno e dall’altro alle difficoltà di raccolta e trattamento dei rifiuti stessi. Vi sono stati alcuni esempi eccellenti – San Pantaleo, per primo – purtroppo, tuttavia, poco imitati.
Anche nelle Marine e nei porti, – spesso a gestione privata – nonostante le dichiarazioni verbali di disponibilità e apertura, non si è poi passati all’azione concreta con l’adozione di mezzi meccanici per la pulizia delle acque (per esempio, l’utilizzo di apparecchiature tipo Seabin, la cui validità è ormai stata internazionalmente riconosciuta).
Molti sono stati gli esempi dati da locali pubblici, i cui esercenti hanno dichiarato e conseguentemente attuato l’abolizione di qualunque oggetto di plastica non riciclabile. Purtroppo, però, altrettanti sono stati quelli che, nascondendosi dietro la banale scusa della scarsa disponibilità sul mercato di alternative (cosa assolutamente non vera), hanno continuato a fornire ai propri clienti prodotti monouso in plastica non compostabile.
Siamo, comunque, convinti che la macchina messa in movimento tanto a livello locale quanto nazionale e internazionale, sia ormai inarrestabile e che tutti colgano l’importanza e la necessità di agire con efficacia e rapidità.
Ciò che da adesso in poi segnerà la differenza rispetto al passato, sarà senza dubbio l’intervento dei singoli individui, non solo prendendo parte attiva alle iniziative delle associazioni o dei gruppi spontanei che si sono costituiti, ma soprattutto adottando comportamenti e stili di vita personali orientati al rifiuto di prodotti non compostabili.
Facciamo nostra l’azione promossa da Marevivo che, con l’abituale forza e capacità di comunicazione, ha recentemente pubblicato una utile e chiara guida dove è possibile trovare tutti i possibili suggerimenti per un Pianeta “senza sprechi”. La guida in questione può essere agevolmente scaricata entrando nel sito di Marevivo attraverso il seguente link: https://marevivo.it/news/diventa_zero_waste-1304