di Mario V. Corrias – Siamo ormai a qualche settimana dalla scadenza dei termini indicati per poter presentare al Comune di Olbia eventuali osservazioni al PUC. La nostra pubblicazione dell’attenta analisi prodotta dall’architetto Daniele Rallo ha richiamato l’attenzione di un rilevante numero di consorziati e pensiamo che molti di loro, individualmente o in maniera associata, presenteranno osservazioni al Piano Urbanistico. Anche il Consorzio – in quanto rappresentante di tutti i proprietari di abitazioni o terreni, almeno teoricamente – dovrebbe presentare le proprie osservazioni verso alcune soluzioni individuate dal PUC e fornire proposte capaci di indicare quali diverse scelte si vorrebbe venissero fatte nell’interesse del nostro Borgo. A prendere queste decisioni d’interesse generale non può che essere il Consiglio di Amministrazione, che si troverà innanzitutto di fronte alla necessità di scegliere se tacere e dare l’impressione di un proprio allineamento sulle proposte del Comune – con il rischio di alimentare un diffuso dissenso tra i consorziati – o mettere in discussione quanto l’amministrazione alla guida della città ha deciso di portare avanti.
Un piano regolatore è fatto di scelte politiche supportate da aspetti tecnici, più o meno rigorosi, e la parte del PUC relativa a Porto Rotondo lo è in maniera fin troppo marcata. Qualunque sia l’orientamento che il Cda vorrà assumere, emergerà in modo evidente, quali interessi potranno prevalere e, per gli osservatori più attenti, da chi siano stati sostenuti.
Quella del PUC è la prima decisione che il Cda si trova a prendere, ma subito dopo (è solo questione di calendario) si troverà impegnato nella formulazione e presentazione in assemblea del Bilancio di previsione per il 2021.
Il Bilancio di previsione potrà essere una “copia conforme” degli anni passati o forse porterà delle sostanziali novità conseguenti alle dichiarazioni fatte dal Presidente, avv. Leonardo Salvemini, nell’assemblea del 29 luglio u.s.: “I passati tre anni di gestione da parte di questo Cda sono serviti e stati utili per studiare i prossimi tre anni. Se vorrete rieleggerci, saranno gli anni delle decisioni e del fare”.
Pensiamo che sia evidente a tutti che quanto il Cda farà in questi due momenti decisamente critici sarà importante per dare risposta all’interrogativo: quale domani sarà possibile per Porto Rotondo?
Non potranno essere i giri di parole o le sole dichiarazioni verbali, la ricerca di spiegazioni scusanti o di rinvii, ma solo i fatti a parlare ed a spiegare concretamente che cosa si intende fare.